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24 Febbraio 20214 domande sull’infezione da HPV
Quattro domande da farsi
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- E’ utile vaccinare gli adulti per l’HPV?
- Qual è l’effetto del fumo sull’infezione da HPV nei maschi?
- Cosa può significare una tumefazione del collo negli adulti?
- Che importanza hanno i papillomi del cavo orale?
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1. E’ utile vaccinare gli adulti per l’HPV?
Nell’ottobre 2018, la FDA americana ha esteso la sua approvazione del vaccino HPV a nove ceppi includendo uomini e donne di età compresa tra 27 e 45 anni. Quindi ha ampliato la precedente fascia di età di 9-26 anni. Dal 2016, il vaccino HPV nove-valente è l’unico vaccino contro l’HPV disponibile negli Stati Uniti. Le nuove raccomandazioni del CDC (Center for Disease Control) USA si applicano sia al vecchio vaccino quadrivalente che al nuovo a nove ceppi, che contiene gli stessi ceppi più i tipi di HPV 31, 33, 45, 52 e 58.
Nessuno dei vaccini HPV ha un effetto terapeutico diretto sulla malattia correlata all’HPV esistente, tuttavia l’infezione esistente non è una controindicazione all’immunizzazione.
Raccomandazione: La FDA sostiene quindi che conviene vaccinare gli adulti per l’HPV. Infatti ha ampliato le raccomandazioni per l’uso del vaccino anti-HPV nove-valente oltre che alla fascia di età di 9-26 anni, anche a uomini e donne di età compresa tra 27 e 45 anni.
2. Qual è l’effetto del fumo sull’infezione da HPV nei maschi?
Un’ampia ricerca di Rodríguez-Álvarez del 2018 ha rivelato una prevalenza del 49% per tutti i tipi di HPV e una prevalenza del 35% di HPV ad alto rischio (sierotipi 16 e 18) nei maschi. Il rischio più elevato è nei fumatori, nonché in quelli che fumavano più di 10 sigarette al giorno rispetto a chi ne fumava fino a nove. Peraltro lo studio di Fakhry del 2014 aveva già evidenziato che l’esposizione al fumo ambientale e le misurazioni biologiche dell’esposizione al tabacco (cotinina sierica e NNAL urinario) si associavano a infezione orale da HPV-16 ad alto rischio.
Evidenza: I maschi fumatori hanno un rischio più elevato di infezione da HPV rispetto ai non fumatori.
Risultati di studi recenti dimostrano che la comparsa di una tumefazione del collo è un sintomo significativamente più comune nel carcinoma orofaringeo positivo all’HPV rispetto a quello negativo all’HPV. L’incidenza del carcinoma a cellule squamose orofaringeo positivo all’HPV sta aumentando rapidamente. Si pensa che entro il 2020 rischierà di superare il cancro del collo dell’utero come il più comune tumore correlato all’HPV [8].
I pazienti affetti da carcinoma orofaringeo positivo all’HPV tendono a essere più giovani, ex fumatori o non, con un elevato numero di partner sessuali, attività sessuale orale frequente e stato socioeconomico più elevato rispetto a quelli con tumori HPV-negativo. I pazienti con tumori della testa e del collo positivi all’HPV presentano tumori primari più piccoli, ma con malattia linfonodale più avanzata.
Evidenza: La comparsa di una tumefazione progressiva del collo in adulti può essere sintomo di carcinoma a cellule squamose orofaringeo in soggetti HPV-positivi.
Uno studio del 2014 ha riscontrato una prevalenza del 96,3% di HPV orale in pazienti con papillomatosi respiratoria ricorrente (RRP) e del 67% tra i loro rispettivi partner sessuali a lungo termine. Confrontiamo questo dato con una prevalenza minore del 7% nella popolazione generale. Tuttavia la papillomatosi respiratoria ricorrente è associata più comunemente ai sottotipi di HPV 6 e 11, entrambi a basso rischio per la trasformazione maligna.
Evidenza: Alta frequenza di HPV orale in pazienti con papillomatosi respiratoria ricorrente (RRP).
FONTE: The Many Forms of HPV: Recognition and Management – Medscape – Jan 14, 2019.