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25 Febbraio 2021La laparoscopia è una tecnica chirurgica mini invasiva che permette di guardare e operare senza aprire l’addome con una sottile cannula ottica detta laparoscopio. Si esegue in anestesia generale per mezzo del laparoscopio, strumento di diametro da 3 mm ad un massimo di 10 mm, dotato di fibre ottiche attraverso le quali viaggia la luce e collegato ad un monitor attraverso una telecamera. Attualmente si utilizzano sistemi video ad altissima risoluzione (4K) e addirittura 3D. La laparoscopia richiede tre-quattro piccole incisioni addominali di 5-10mm, attraverso le quali si introducono speciali ferri chirurgici con i quali si eseguono interventi di ogni tipo, anche di chirurgia oncologica. La prima incisione di 10mm si effettua nell’ombelico per inserire il laparoscopio, visualizzando così l’immagine sullo schermo TV della sala operatoria. Effettuiamo quindi altre due o tre piccole incisioni cutanee di 5mm, di solito lungo la linea orizzontale sopra il pube, e inseriamo gli strumenti chirurgici (pinze, forbici, elettrodi, laser, suture etc.) con cui operiamo.
Fino a pochi anni fa si usava la chirurgia addominale classica (laparotomia) con incisione addominale orizzontale o verticale lunga fino a 11-13 cm e oltre, per usare strumenti chirurgici tradizionali. Questa tecnica tuttavia richiede un ricovero più lungo con maggior dolore post operatorio rispetto alla laparoscopia. Questa consente una chirurgia meno traumatica per i tessuti, con meno giorni in ospedale e minore dolore dopo l’intervento. La maggior parte delle pazienti operate in laparoscopia esce entro 24-48 ore dopo l’intervento. Il ritorno alle normali attività avviene dalle 3 alle 5 settimane prima rispetto alla laparotomia. La chirurgia laparoscopica trova ormai sempre più spazio per moltissimi interventi, tra cui: asportazione di cisti ovariche, trattamento della gravidanza extrauterina, salpingectomia, isterectomia totale o subtotale, fino alla chirurgia oncologica etc.
Isterectomia vaginale laparoscopicamente assistita
L’isterectomia vaginale laparoscopicamente assistita (LAVH) è abbastanza simile all’isterectomia vaginale poiché l’utero e gli annessi vengono rimossi attraverso la vagina. Prima della rimozione però il chirurgo usa il laparoscopio per esplorare l’addome e gli organi interni e separarli dai legamenti, arterie e vene. Quindi completa l’intervento per via vaginale asportando tutti gli organi attraverso la vagina. Questa modalità è utile quando è preferibile la via vaginale, ma può risultare difficile o impossibile asportare direttamente per questa via anche gli annessi. Pertanto si preferisce staccare gli annessi per via laparoscopica e finire l’intervento per via vaginale per renderlo più semplice. Degenza e recupero della paziente sono simili all’isterectomia vaginale.
Isterectomia laparoscopica
Nell’isterectomia totalmente laparoscopica (TLH) si asporta l’intero utero ed eventualmente degli annessi nello stesso momento.
La via laparoscopica causa meno dolore dell’isterectomia addominale tradizionale, con il vantaggio di un ricovero più breve. La tecnica è sempre la stessa, con l’inserimento degli strumenti chirurgici attraverso piccole incisioni praticate nella parte bassa dell’addome. Durante l’intervento il ginecologo separa l’utero, ed eventualmente anche le tube e le ovaie, da tutti i legamenti che lo tengono legato alla pelvi ed lo estrae attraverso un’incisione circolare della vagina. Al termine si sutura sia questa incisone, conservando così la lunghezza e la funzionalità della vagina, che le minuscole incisioni addominali, unico segno visibile dell’intervento. Si opera in anestesia generale e servono due o tre giorni di degenza postoperatoria. Il recupero completo prima di riprendere il lavoro è di circa 4 settimane.
Isterectomia laparoscopica sopracervicale (subtotale)
Nell’isterectomia laparoscopica sopracervicale (subtotale) l’utero viene asportato, con o senza gli annessi, lasciando però il collo dell’utero.
Anche in questo caso causiamo meno dolore della chirurgia tradizionale, con il vantaggio di un ricovero più breve. Si introduce il laparoscopio sempre attraverso l’ombelico e quindi gli strumenti attraverso altre due o tre piccole incisioni nell’addome, le uniche necessarie, poiché non si effettua l’incisione in vagina. Infatti si asporta solo il corpo dell’utero, cioè la parte intra addominale che si sviluppa al di sopra della sua inserzione alla vagina, che viene quindi separato dalle sue connessioni e distaccato dalla cervice, la porzione che si affaccia in vagina e su cui questa si aggancia. L’utero viene quindi tagliato in pezzi piccoli e asportato mediante un sacchetto attraverso una delle incisoni addominali. La cervice (collo dell’utero) invece rimane invece al suo posto e garantisce il supporto alla vagina e alle strutture della pelvi. Anche questa chirurgia si effettua in anestesia generale e richiede solo uno o due giorni di degenza. Il recupero completo si ha in circa 10-15 gg.